GLI ARCHETIPI NELLA CULTURA POP#4

(di Alfredo Sgarlato)


Nel secolo scorso Hollywood è stata la più grande fabbrica di miti. Nell'immediato dopoguerra si impone la figura della "dark lady", donna bellissima, seducente, inquietante. Un particolare aumenta la carica sexy: la pettinatura di Veronica Lake, il guanto di Gilda/Rita Hayworth, il braccialetto alla caviglia di Barbara Stanwick in La fiamma del peccato. Durante la guerra gli uomini sono andati al fronte, e le donne hanno imparato a cavarsela da sole, sostituendoli in molti lavori, per cui vengono percepite come inquietanti. Per rassicurare gli uomini in crisi viene lanciata una nuova immagine di donna, "la ragazza della porta accanto", carina, disponibile, ingenua, ma in fondo innocente: Marilyn Monroe è l'esempio perfetto. Ma questo modello femminile viene subito messo in crisi dall'apparizione di donne moderne, dalla bellezza adolescenziale, magroline, ma soprattutto decise ad essere padrone del proprio destino, come Audrey Hepburn e Brigitte Bardot. Per renderle più rassicuranti gli sceneggiatori le fanno fidanzare con figure paterne, uomini più anziani e soprattutto ricchi.



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