INSIDE THE DRAWER - MEMORIE NEL CASSETTO
(di Cadigia Hassan)
Riscoprire in un cassetto un regalo ancora sigillato: un puzzle di Van Gogh. E chi ce l'aveva il tempo per mettersi a comporlo! Ora, questo tempo straordinario, in cui siano relegati nelle nostre case, ci consente di vedere e considerare con altri occhi gli oggetti del nostro quotidiano, anche quelli nascosti e dimenticati. Al di là della sua funzionalità, un oggetto entra con noi in un dialogo silenzioso e segreto, fatto di rievocazione della memoria e di corrispondenze affettive e simboliche.
Questo puzzle, ad esempio, riflette il ricordo di una bella gita, fatta con mia figlia una domenica di un paio d'anni fa. Prendemmo il treno per andare a visitare a Vicenza la bella mostra su Van Gogh curata da Marco Goldin, pranzando poi da Pino, godendoci il sole in un tavolino all'aperto. E siccome volevamo riempirci ancora gli occhi di delicati colori e di paesaggi onirici, decidemmo di prendere un altro treno, alla volta di Verona, per lasciarci assorbire dalla mostra multimediale sempre dedicata a Vincent. Ed ecco che entra in scena questo puzzle, un ricordo della magia vissuta quella domenica, e che sembrava svanita fino a un momento fa, finché non ho aperto il cassetto delle cose dimenticate, in un momento in cui mi sento Alice, costretta in confini che mi stanno stretti, e desiderosa di nuove scoperte, nuove emozioni e grandi meraviglie.
Ricomporre, anche figurativamente, le tessere della nostra memoria è un bell'esercizio per dare valore al nostro presente, richiamando il passato e predisponendoci a impostare un nuovo futuro in cui gli oggetti, più che garantirci uno status symbol, possano garantirci uno status quo dove l'essere sia più importante dell'apparire, il conoscere più entusiasmante del sapere, l'aprirsi agli altri e al mondo più stimolante del chiudersi nell'individualismo della propria comfort zone.
Aprite dunque i cassetti, anche quelli più reconditi, tirate fuori gli album di fotografie, leggete vecchie lettere, curiosate nei vostri solai. Alla ricerca di oggetti, piccole e grandi madelaine, che possano darvi un benefico sussulto di memorie condivise.
Riscoprire in un cassetto un regalo ancora sigillato: un puzzle di Van Gogh. E chi ce l'aveva il tempo per mettersi a comporlo! Ora, questo tempo straordinario, in cui siano relegati nelle nostre case, ci consente di vedere e considerare con altri occhi gli oggetti del nostro quotidiano, anche quelli nascosti e dimenticati. Al di là della sua funzionalità, un oggetto entra con noi in un dialogo silenzioso e segreto, fatto di rievocazione della memoria e di corrispondenze affettive e simboliche.
Questo puzzle, ad esempio, riflette il ricordo di una bella gita, fatta con mia figlia una domenica di un paio d'anni fa. Prendemmo il treno per andare a visitare a Vicenza la bella mostra su Van Gogh curata da Marco Goldin, pranzando poi da Pino, godendoci il sole in un tavolino all'aperto. E siccome volevamo riempirci ancora gli occhi di delicati colori e di paesaggi onirici, decidemmo di prendere un altro treno, alla volta di Verona, per lasciarci assorbire dalla mostra multimediale sempre dedicata a Vincent. Ed ecco che entra in scena questo puzzle, un ricordo della magia vissuta quella domenica, e che sembrava svanita fino a un momento fa, finché non ho aperto il cassetto delle cose dimenticate, in un momento in cui mi sento Alice, costretta in confini che mi stanno stretti, e desiderosa di nuove scoperte, nuove emozioni e grandi meraviglie.
Ricomporre, anche figurativamente, le tessere della nostra memoria è un bell'esercizio per dare valore al nostro presente, richiamando il passato e predisponendoci a impostare un nuovo futuro in cui gli oggetti, più che garantirci uno status symbol, possano garantirci uno status quo dove l'essere sia più importante dell'apparire, il conoscere più entusiasmante del sapere, l'aprirsi agli altri e al mondo più stimolante del chiudersi nell'individualismo della propria comfort zone.
Aprite dunque i cassetti, anche quelli più reconditi, tirate fuori gli album di fotografie, leggete vecchie lettere, curiosate nei vostri solai. Alla ricerca di oggetti, piccole e grandi madelaine, che possano darvi un benefico sussulto di memorie condivise.
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