LA LINGUA IGNOTA DI ILDEGARDA DI BINGEN
di Emiliana Losma
Ildegarda di Bingen (1098-1179) è una delle figure storiche femminili più conosciute per la propria poliedricità. Questa suora benedettina, divenuta badessa del monastero di Rupertsberg, dichiarata prima santa e poi Dottora della Chiesa (2012) è stata scrittrice, mistica, teologa, profeta, guaritrice, erborista, naturalista, cosmologa, filosofa, artista, poetessa, drammaturga, musicista, linguista, e consigliera politica.
In questo contributo vogliamo ricordare una delle sue invenzioni più intriganti e suggestive: la lingua ignota.
La Lingua ignota è un sistema alfabetico di 23 lettere definite litterae ignotae (lettere ignote). Storiche e storici non hanno ancora con certezza capito il motivo dell'invenzione della lingua ignota anche perché del saggio critico di Ildegarda di Bingen, Lingua ignota per simplicem hominem Hildegarden prolata, a oggi sono stati ritrovati solo due manoscritti: il Codice di Wiesbaden e il Codice di Berlino. Il testo ritrovato è un glossario contenente 1011 vocaboli appartenenti alla Lingua ignota, con traslitterazione per la maggior parte in latino, e in tedesco medioevale.
Sotto l'aspetto grammaticale, sembra essere una parziale rilessificazione della lingua latina, ma appunto rimangono incerti i fini della creazione. Fini mistici? Forse musicali? Un linguaggio segreto? Un mezzo di comunicazione universale che unisse tutte le persone? Seguendo quest'ultima ipotesi Ildegarda è la patrona degli esperantisti, proprio per l'obiettivo di comunicazione e unione democratica tra le persone.
Tuttavia, nonostante le domande ancora incerte sui fini della Lingua ignota questa invenzione rimane ispiratrice ancora oggi perché agisce sulla possibilità data a tutte le persone di creazione, anche in ambito linguistico. Quanto spesso quando parliamo con altre persone, infatti, ci chiediamo se esista o non esista una determinata parola? Ma soprattutto quanto in questi ultimi anni diversi studi ci ricordano che le parole hanno il potere di formarci e formare il nostro immaginario?
Ildegarda di Bingen (1098-1179) è una delle figure storiche femminili più conosciute per la propria poliedricità. Questa suora benedettina, divenuta badessa del monastero di Rupertsberg, dichiarata prima santa e poi Dottora della Chiesa (2012) è stata scrittrice, mistica, teologa, profeta, guaritrice, erborista, naturalista, cosmologa, filosofa, artista, poetessa, drammaturga, musicista, linguista, e consigliera politica.
Ildegarda di Bingen riceve una visione e la descrive al suo segretario. Dal manoscritto Scivias. |
In questo contributo vogliamo ricordare una delle sue invenzioni più intriganti e suggestive: la lingua ignota.
La Lingua ignota è un sistema alfabetico di 23 lettere definite litterae ignotae (lettere ignote). Storiche e storici non hanno ancora con certezza capito il motivo dell'invenzione della lingua ignota anche perché del saggio critico di Ildegarda di Bingen, Lingua ignota per simplicem hominem Hildegarden prolata, a oggi sono stati ritrovati solo due manoscritti: il Codice di Wiesbaden e il Codice di Berlino. Il testo ritrovato è un glossario contenente 1011 vocaboli appartenenti alla Lingua ignota, con traslitterazione per la maggior parte in latino, e in tedesco medioevale.
Le 23 litterae ignotae dell'alfabeto creato da Ildegarda. |
Sotto l'aspetto grammaticale, sembra essere una parziale rilessificazione della lingua latina, ma appunto rimangono incerti i fini della creazione. Fini mistici? Forse musicali? Un linguaggio segreto? Un mezzo di comunicazione universale che unisse tutte le persone? Seguendo quest'ultima ipotesi Ildegarda è la patrona degli esperantisti, proprio per l'obiettivo di comunicazione e unione democratica tra le persone.
Tuttavia, nonostante le domande ancora incerte sui fini della Lingua ignota questa invenzione rimane ispiratrice ancora oggi perché agisce sulla possibilità data a tutte le persone di creazione, anche in ambito linguistico. Quanto spesso quando parliamo con altre persone, infatti, ci chiediamo se esista o non esista una determinata parola? Ma soprattutto quanto in questi ultimi anni diversi studi ci ricordano che le parole hanno il potere di formarci e formare il nostro immaginario?
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