LA SACRA PIPA DEGLI INDIANI D’AMERICA

(di Cadigia Hassan)

Chiamata “Ca’ nunpa” presso i Lakota, calumet o con altri nomi a seconda delle diverse tribù, la sacra pipa veniva e viene tuttora usata dai nativi americani individualmente o in gruppo, seduti a cerchio, durante le preghiere e le cerimonie più disparate (per propiziare una caccia abbondante, onorare un ospite, celebrare una nascita o una morte, scongiurare la cattiva sorte, propiziarsi la pace, essere visitati dagli spiriti).

Un modello di sacra pipa rinvenuta presso il fiume Missouri superiore. Collezione del Peabody Museum of Archaeology and Ethnology, Harvard University, Cambridge, Massachusetts.

Costituita da un cannello in legno congiunto con un fornello in pietra (simboleggianti l’unione del maschile con il femminile), la pipa viene riempita con del tabacco mischiato alla corteccia interna del salice o altri alberi per creare una profumata mistura chiamata “Kinnikinnik” (“cansasa” presso i Lakota). Il fumo sprigionato ha la proprietà di portare le preghiere a Wakan Tanta, il “Grande Spirito". Prima di essere fumata, la presa di tabacco viene spersa sopra il fumo della salvia sacra e offerta ai quattro quadranti dell’universo (da ovest verso est), al cielo e alla terra.

Fumare la sacra pipa implica anche l’impegno alla sincerità e a non ferire mai i sentimenti dei presenti. Una volta terminata la cerimonia, la cenere viene gettata nel fuoco mentre le due parti della pipa vengono divise e conservate con cura da un apposito incaricato (portatore della pipa).

Una curiosità: durante il periodo mestruale, essendo nel periodo più alto della sua purificazione, la donna non può toccare la pipa sacra per non interferire con la sua energia.



Commenti