VIAGGIO NELLE NEUROSCIENZE#3

(di Alfredo Sgarlato)


Le aree cerebrali coinvolte nella percezione dell'arte sono molte, soprattutto nella corteccia, che è la parte più sviluppata nel genere umano.
Zeki ha indagato se, come ipotizzava Kant, esistano, dal punto di vista della percezione, un "bello" e un "sublime" diversi tra loro. La riposta basata sulla misurazione dell'attività cerebrale dà ragione al filosofo di Königsberg. L'area attivata è infatti differente: quando si percepisce qualcosa, o qualcuno come "bello", si attivano aree della corteccia occipito-frontale, oltre alle aree coinvolte nelle emozioni più profonde, più primordiali, come l'amigdala e l'insula. La percezione del "sublime" è più legata alle aree parietali, e coinvolge aree emotive diverse, legate ad emozioni più complesse e costruite, anche opposte tra loro, come ippocampo e cervelletto.
Interessante come queste aree corticali si attivino anche durante la risoluzione di un'equazione matematica.


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