MISWAK, IDENTITA’ E VITA SOCIALE IN UNO SPAZZOLINO DA DENTI

di Cadigia Hassan

Può un oggetto materiale, un bastoncino di legno trasformato in spazzolino da denti, connotare la vita sociale, l’identità etnica, culturale e religiosa di più popoli? Sì, se pensiamo che il miswak (chiamato anche siwak in arabo e aday o adayge in somalo), diffuso nel subcontinente indiano e nel resto del mondo islamico, non rappresenta solamente uno strumento per l’igiene orale, ma è contemporaneamente espressione di natura, appartenenza a un territorio, etnomedicina preventiva e connessione con il divino (questa forma di igiene orale, raccomandata dal Profeta Maometto al pari delle abluzioni prima della preghiera, è diventata sunna).



Sono di origine somala da parte di padre e sin da piccola sono sempre stata affascinata dal modo in cui i somali praticano scrupolosamente il rummay, lo spazzolamento dei denti e il massaggio delle gengive con l’adayge, un bastoncino ricavato dalla Salvadora persica, un piccolo arbusto la cui corteccia, se masticata, rivela delle fibre dal sapore pungente e dalle benefiche proprietà detergenti, antisettiche e astringenti, riconosciute anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sono sempre stata affascinata, dicevo, dal rummay e ancor più dalla bellezza e bianchezza dei denti rivelati dai sorrisi somali, anche in bambini e adulti che non erano mai stati o raramente erano stati visitati da un dentista. Durante la mia infanzia in Somalia non ricordo bambini con problemi di carie né con particolari necessità di apparecchi odontoiatrici. Da adolescente avevo il complesso per un canino rientrante, che stonava con l’allineamento degli altri denti. Rimasi un po’ incredula quando un amico di mio padre, in visita da noi, mi spiegò come raddrizzarlo pazientemente con l’adayge, attraverso pressioni sistematiche ma, a detta di lui, assolutamente efficaci: lui stesso aveva raddrizzato perfettamente i suoi denti. Il rummay senza dubbio consente un’efficace igiene e salute orale, ma può sostituire anche l’ortodonzia? Personalmente non lo saprò mai perché per un anno, in età più adulta, optai per un doloroso, costoso e antiestetico apparecchio dentale.


Per molte popolazioni, oggi come millenni fa, niente dentifrici né spazzolini realizzati in materiali artificiali, ma un semplice elemento della natura, tramandato e sopravvissuto alla colonizzazione, all’occidentalizzazione dei costumi, alle guerre civili e alle diaspore. Come suggeriva Arjun Appadurai, per comprendere la “vita sociale” degli oggetti dobbiamo seguire gli oggetti stessi in quanto i loro significati sono inscritti nelle loro forme, utilizzi e traiettorie. Seguendo gli spostamenti temporali e spaziali di questo legnetto, alcuni studiosi - ispirandosi a Kopytoff - hanno tentato di definire la sua “biografia culturale” (“Looking Islam in the Teeth: The Social Life of a Somali Toothbrush”) .
Diverse ricerche hanno messo in luce le proprietà medicinali delle 19 sostanze naturali contenute nel miswak. Questo spazzolino di legno ha funzioni antisettiche, profuma e mantiene fresco l’alito, migliora il senso del gusto, toglie le macchie e fa brillare i denti, previene la placca, aumenta la salivazione (grazie agli oli aromatici in esso contenuti), previene la recessione e le patologie gengivali, cura il mal di testa, rafforza la memoria e la vista, favorisce la digestione, schiarisce la voce.


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