PSICOLOGIA DEI COLORI #5

di Alfredo Sgarlato
Storicamente nella cultura occidentale il bianco è legato alla luce, quindi alla presenza divina, e alla sua assenza il nero, quindi alle tenebre, al diavolo, alla morte. Al contrario per gli orientali il bianco, come assenza di colore, è visto come triste, invece il nero, somma di tutti i colori, ha valore positivo. Di conseguenza al bianco si collegano idee quali purezza, verginità, infanzia, ovviamente nell'ottica della cultura cattolica, dove è normalmente usato per gli abiti da sposa, e il nero è usato per il lutto. In Oriente al contrario è il bianco il colore del lutto mentre gli abiti da sposa sono rossi. In politica il bianco simboleggia la fratellanza (tutti gli uomini sono figli di Dio), il nero nei paesi anglosassoni è legato all'anarchismo e in generale al rifiuto del potere (vedi la bandiera dei pirati), in Italia all'opposto è stato adottato dal fascismo, con la sua ideologia intrisa del culto della guerra e della morte. Nel secondo '900 diventa anche simbolo di eleganza e fascino, alla moda, grazie anche a vestiti iconici come il tubino di Audrey Hepburn o l'abito di Marcello Mastroianni nei film di Fellini, poi ripreso da Don Siegel in "Contratto per uccidere" e infiniti altri. Nel test di Lüscher il nero, come somma di tutti i colori indica cambiamento, possibilità infinite, mentre il bianco non è utilizzato.
Nell'immagine: Kazimir Severinovič Malevič, Cerchio nero su fondo bianco, 1915

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