STATUE ULI DELLA NUOVA GUINEA

di Cristina Balma-Tivola

Le statue uli sono statue lignee della Papua Nuova Guinea, in uso nel secolo scorso presso il popolo Mandak che abita l'altopiano di Lelet nel centro della Nuova Irlanda.
Queste figure austere e poco orpellate sono dotate di una grande testa e spesso una barba appuntita, braccia alzate con mani a lato delle orecchie e gambe molto corte, ma la loro caratteristica distintiva è l'essere ermafrodite, e presentare quindi sia il seno prominente, sia il fallo. Questi attributi non vanno però intesi come stilizzazioni di una persona in particolare, ma piuttosto come componenti essenziali del sovrano ideale, capace al tempo stesso di forza aggressiva e di cura della comunità in quanto dotato della capacità di provvedere materialmente alla sopravvivenza dei membri del clan.

Le statue uli venivano infatti realizzate in relazione alla morte di uomini di spicco, e la loro funzione era legata al complesso insieme di cerimonie mortuarie della regione, a loro volta connesse ai riti di fertilità. In particolare, esse erano prodotte nel contesto della fase di esumazione del defunto di spicco. Intagliate dagli artigiani locali, appena scolpite erano oggetto di un rito da parte dello sciamano affinché l'anima del defunto vi entrasse e così presenziasse alla messa a dimora delle piante sacre che avveniva in quel momento.
Dopo di che la statua rimaneva "nella casa degli uomini", dove avrebbe continuato ad aiutare il successore e gli altri membri del clan.


Statue Uli (ca 1930), Museo Etnologico di Berlino in Dahlem.

Commenti