A CENA CON LA STORIA DELLE DONNE #1
di Emiliana Losma
La Mirabilia che vi presento oggi è un'opera d'arte femminista, data per persa e recentemente ritrovata, creata da Vanessa Bell e Duncan Grant, esponenti del gruppo Bloomsbury fondato dalla più famosa sorella di Vanessa, Virginia Woolf.
The Famous Women Dinner Service è un set di piatti in ceramica creato tra il 1932 e il 1934 formato da 50 pezzi, commissionato dallo storico dell'arte britannico Kenneth Clark e dalla moglie Jane, mecenati dell'arte inglese.
Su ogni pezzo c'è il ritratto di una donna famosa nella storia, 12 regine, 12 scrittrici, 12 ballerine e 12 donne nel mondo dello spettacolo più gli autoritratti di Vanessa e Duncan. Tutte le donne raffigurate hanno fatto qualcosa di interessante e potente, che poteva essere preso come ispirazioni per i commensali di un'ipotetica cena.
"Si sa molto poco delle donne", scrisse Virginia Woolf nel 1929. "La storia dell'Inghilterra è la storia della linea maschile, non della linea femminile. Dei nostri padri conosciamo sempre cosa fecero. Erano soldati o erano marinai; hanno riempito quell'ufficio o hanno fatto quella legge. Ma delle nostre madri, delle nostre nonne, delle nostre bisnonne, cosa sappiamo e cosa rimane?”
La Mirabilia che vi presento oggi è un'opera d'arte femminista, data per persa e recentemente ritrovata, creata da Vanessa Bell e Duncan Grant, esponenti del gruppo Bloomsbury fondato dalla più famosa sorella di Vanessa, Virginia Woolf.
The Famous Women Dinner Service è un set di piatti in ceramica creato tra il 1932 e il 1934 formato da 50 pezzi, commissionato dallo storico dell'arte britannico Kenneth Clark e dalla moglie Jane, mecenati dell'arte inglese.
"Si sa molto poco delle donne", scrisse Virginia Woolf nel 1929. "La storia dell'Inghilterra è la storia della linea maschile, non della linea femminile. Dei nostri padri conosciamo sempre cosa fecero. Erano soldati o erano marinai; hanno riempito quell'ufficio o hanno fatto quella legge. Ma delle nostre madri, delle nostre nonne, delle nostre bisnonne, cosa sappiamo e cosa rimane?”
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