I MONUMENTI ABBATTUTI DI TITUS KAPHAR

di Ellie Ivanova

Negli ultimi giorni, con le notizie di proteste e abbattimenti di monumenti nel mondo, sicuramente ci siamo chiesti cosa vuol dire un monumento. O, come minimo, ci siamo chiesti dove finisce l'arte - da conservare - e dove comincia la glorificazione di una figura storica - che invece si può mettere in questione e dibattere.

Titus Kaphar è un artista americano che esplora questi argomenti. Lui propone le sue domande sulla base di opere storiche rappresentanti personaggi e modelli glorificati attraverso la pittura. Siccome la pittura è stata usata come mezzo artistico per stabilire paradigmi da seguire, Kaphar invece usa delle pitture conosciute per farci pensare alla storia che manca nella rappresentazione, alle assenze e soprattutto agli stereotipi che abbiamo assorbito attraverso l'ambigua glorificazione dell'arte.

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La Pittura del Columbus Day (2014) è un quadro che usa come base il dipinto L'Approdo di Colombo di John Vanderlyn (1846). I gesti e le pose eroiche di Colombo e la sua compagnia sono però coperti con tela grezza accartocciata. Questa sovvrapposizione mette in evidenza la gestualità, che perde il suo senso iniziale, diventa perfino ridicola. E la tela ricoprente diventa una possibilità di ridipingere con il pensiero una nuova versione dell'eroismo glorificato.

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Ridirezionare lo Sguardo (2017) invece si basa sul quadro di Frans Hals Gruppo di Famiglia in Paesaggio (1647-50). Il suo scopo era di rappresentare una famiglia con le sue ricchezze e valori di proprietà, e parte di quelle era anche il ragazzo nero, probabilmente schiavo, nello sfondo. Con pennellate brusche di pittura bianca Kapher cancella tutte le altre figure, così quello che era invisibile nello sfondo adesso risalta, diventa visibile. E, grazie all'olio di lino nelle pennellate, quello che è stato temporaneamente nascosto tra un po' di tempo riemergere, metafora del cambiamento costante del nostro angolo di visione e ripensamento dello sguardo.

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Infine, Tropi Contorti (2016) è un riferimento al quadro Elihu Yale seduto al tavolo con il Secondo Duca di Devonshire e Lord James Cavendish (1713), di un artista sconosciuto. Il quadro originale si trova nella collezione del Yale Museum of Art, dove ha studiato appunto Kapher e al quale Elihu Yale ha fatto una donazione considerevole. Kapher ha copiato il quadro e ha attorcigliato la tela, conservando intatta l'immagine dello schiavo nello sfondo, incorniciandolo. Tenendo in conto la provenienza della ricchezza del benefattore, dal commercio della schiavitù, Kapher ripropone la storia con un gesto della mano e dello strumento di valorizzazione, che è la tela potenziale portatrice di significato.

Suggerimenti sicuramente da prendere in considerazione nei nostro ripensare di modelli e paradigmi. È vero che il passato non si può cambiare, ma la nostra prospettiva e comprensione definitivamente si devono ripensare.

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