MALVINA HOFFMAN: SCOLPIRE L'UMANITÀ

di Emiliana Losma

Mostra "The Races of Mankind", che fu disinstallata nel 1969. © The Field Museum

La Mirabilia che vi presento oggi è un lavoro eccezionale creato negli anni '30 dalla scultrice statunitense Malvina Hoffman: un centinaio di sculture che rappresentavano le 'razze' umane (concetto che oggi sappiamo essere scientificamente errato e quindi inconsistente) per lavorare alle quali l'artista compì una ricerca quasi da 'etnografa sui generis'.


All'epoca Malvina Hofmann era una scultrice affermata - non tenete conto che in molte enciclopedie il suo lavoro non viene citato, quello è un problema di memoria e di impostazione patriarcale degli studi. Malvina si era formata a Parigi all'Academie Colarossi ed era stata allieva di Auguste Rodin. Raggiunge la notorietà internazionale grazie alle rappresentazioni delle performance dei ballerini russi Anna Pavlova e Mikhail Mordkin.

Così viene contattata per un lavoro eccezionale: per l'Esposizione Internazionale del Secolo di Progresso alla Fiera del Mondo di Chicago (1933) dovrà realizzare un centinaio di sculture che rappresentano le razze umane allora conosciute - tenete conto del concetto di razza dell'epoca - che sarebbero state poi installate nella Sala delle Razze dell'umanità, per una mostra permanente presso il Field Museum of Natural History di Chicago.

Una famiglia San della regione del Kalahari nell'Africa meridionale.
© 2015 The Field Museum (John Weinstein)


Malvina non si accontentò di realizzare le proprie opere a partire dai libri - pensate all'epoca quale tipo di immagini potevano essere pubblicate. Decise di intraprendere un viaggio intorno al mondo in cui insieme al marito realizzò oltre 2.000 fotografie, la base del lavoro per le 100 sculture. Voleva vedere le persone, conoscerle, non realizzare le sculture guardando le foto dei libri.


Uomo Nuer del Sudan e donna Kayan del Myanmar. © 2015 The Field Museum (John Weinstein)

Nel 1969 l'installazione venne smantellata e molte delle statue risultano a oggi disperse. Quelle ritrovate sono state esposte nella mostra "Guardarsi: ripensare le sculture di Malvina Hoffman" del 2016 sempre presso il Field Museum di Chicago.

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