OUTSIDER MUSIC #2
di Alfredo Sgarlato
Padre spirituale di tutti gli outsiders è Moondog (Louis Thomas Hardin, 1916-1999), che sceglie questo nome d'arte in omaggio a un cane senza una zampa che abbaiava verso la luna.
Figlio di un predicatore che poi perse la fede, trascorse la gioventù girando per l'America, appassionandosi alla musica dei neri e dei nativi. A 16 anni perde la vista, studia musica in un istituto per ciechi, e dopo la guerra decide di vivere per strada (salvo un breve periodo, negli anni '60, in cui è ospite del giovane e ancora sconosciuto musicista Philip Glass).
Suona strumenti costruiti da lui, professa il paganesimo, veste da vikingo perché sia chiaro a tutti che è pagano; benché viva in strada ha una moglie e una figlia che poi lo lasceranno, per riconciliarsi più avanti.
La sua musica, inclassificabile come genere, è molto apprezzata dagli altri musicisti, incide vari dischi, in cui non sono dichiarati gli esecutori (ad alcuni dichiara che erano degli sconosciuti, ad altri che erano famosi jazzisti tra cui Charlie Parker, ma non ha voluto citarli perché tossicodipendenti).
Gli ultimi anni della vita li passa in Germania, ospite di una famiglia di fans.
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