LA MANO DI FATIMA: SIMBOLO SACRO A TRE RELIGIONI

di Cadigia Hassan

Come mio ultimo post prima della pausa estiva ho pensato a qualcosa che potesse essere un saluto e nello stesso tempo un augurio di buona fortuna e di tempo sereno (non solo atmosferico, ma anche interiore). Ho visualizzato una mano dal palmo aperto, a mo’ di ciao o di “batti cinque!”, e per associazione mi è venuto in mente un caro amuleto, acquistato qualche decennio fa a Tunisi, dopo una visita al Museo Archeologico di Cartagine: la Mano di Fatima.

All’epoca non sapevo ancora la simbologia sottesa a questa raffigurazione: sapevo solo che portava il nome di mia sorella, che a sua volta lo aveva ereditato dalla figlia del Profeta Maometto. Il negoziante che me lo vendette mi disse che mi avrebbe preservato dal malocchio, se lo avessi indossato con le punta delle dita verso l’alto. Con il passare degli anni, scoprii che la Mano di Fatima rappresenta molto di più.

Conosciuta anche come “Mano di Miriam” (sorella di Aronne e di Giosué) o “Mano di Maria”, ma anche come Mano di Alo oppure Hamsa o Khamsa ( ﺧﻤﺴـة, che in arabo significa “cinque”), questo simbolo è riconducibile agli antichi culti sumeri e babilonesi ed è legato alla dea Tanit, venerata particolarmente a Cartagine, protettrice della fertilità femminile, ed è a tutt’oggi considerato sacro dalla religione musulmana, ebraica e cristiana d’Oriente.


La leggenda narra che Fatima, presa dalla gelosia per via dell’arrivo della seconda moglie del marito Alì, iniziò a mescolare il semolino con la mano, come se avesse il cucchiaio di legno, senza avvertire il dolore della bruciatura. La mano destra aperta sta a indicare la virtù della pazienza, della fede e dell’autocontrollo, viatico per raggiungere la felicità e la ricchezza.


Questo simbolo esoterico ruota anche attorno al numero 5, come le dita della mano: i cinque versetti della sura Al-Falaq (“Mi rifugio nel Signore dell’alba nascente, contro il male di ciò che ha creato, e contro il male dell’oscurità che si estende e contro il male delle soffianti sui nodi, e contro il male dell’invidioso quando invidia); i cinque pilastri dell’Islam (testimonianza di fede (shahāda); preghiera (salāt); elemosina legale (zakāt); digiuno (ṣawm o ṣiyam) nel mese di Ramadan; pellegrinaggio alla Mecca (ḥajj) per i musulmani sunniti; l’autorità dei “cinque uomini con il turbante” (Mohammed, Ali, Fatima, Hassan e Hussein) per gli sciiti. Nella religione ebraica, invece, il numero cinque è associato ai libri della Torah che costituiscono il Pentateuco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio) e alla quinta lettera dell’alfabeto, Heh, che rappresenta uno dei nomi di Dio.



La Mano di Fatima, molto diffusa nel Vicino e Medio Oriente, e nel Maghreb, viene utilizzata non solo come oggetto apotropaico contro la sfortuna e la gente malvagia, ma anche come elemento decorativo dai motivi arabescati in gioielleria, nell’oggettistica e nelle decorazioni per la casa.
Nella versione ebraica, spesso vi è apportata la stella di David oppure vi si trovano iscritte delle preghiere, come la Shemà Israel (“Ascolta, Israele”) , la Birkat HaBayit (Benedizione della casa) o la Tefilat HaDerech (Preghiera del viaggiatore). Nella versione musulmana, la mano può recare al centro un occhio (Mano con occhio divino), simbolo del Nazar (occhio di Allah).

Per disegnare la mano di Fatima potete sequire questo tutorial: https://www.youtube.com/watch?v=pKRXsUFjG7U
BIBLIOGRAFIA
- Lenhart, Sandy (2011). "Hand of Fatima Meaning - Origin and Variations". Ezine Articles. February 17, 2011.
https://ezinearticles.com/…
- Schimmel, Annemarie (1994).Deciphering the signs of God: a phenomenological approach to Islam. SUNY Press.

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